Archivi tag: Fiumedinisi e Monte Scuderi
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Comune: Monforte San Giorgio
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Comune: Itala
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Comune: San Pier Niceto
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Comune: Fiumedinisi
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Comune: Nizza di Sicilia
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Comune: S. Lucia del Mela
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Flora e Fauna
Quest’area protetta riserva non poche sorprese all’appassionato naturalista: bellissimi esemplari di erica arborea, ai piedi di Monte Scuderi, fanno da contrappunto a boschi di tutte le specie di roverella conosciute in Sicilia, che occupano i valloni e le altre aree più basse della riserva.
Poi, le fiumare: veri e propri laboratori geologici all’aperto in cui miriadi di ciottoli di diversa origine minerale raccontano la storia delle viscere della terra e della natura fisica dei Peloritani.
Sulle sue sponde si trova la tipica vegetazione adattata agli ambienti di ripa, rappresentata dal pioppo nero, da diverse specie di salice, dall’orniello, dall’olmo campestre e dall’alaterno, mentre tra gli arbusti si individuano gli oleandri, le tamerici e le ginestre.
Nelle diverse vallate, man mano che si sale in quota, al di fuori dei corsi d’acqua e sino ai 600-800 m s.l.m., domina la vegetazione a roverella, alla quale si associano il bagolaro, il castagno, il noce nostrano e il gelso nero.
La flora al di sopra degli 800 m è rappresentata soprattutto dal leccio, dalla carpinella, dall’acero fico, dall’acero montano, dal rovere, dall’agrifoglio e dall’alloro: un mix di piante sempreverdi miste a caducifoglie. I terreni che invece hanno subìto maggiormente la presenza dell’uomo sono coperti da una vegetazione arbustiva dominata da erica arborea, biancospino, ginestra dei carbonai, citiso e sparzio villoso.
Il microclima particolare delle valli crea le condizioni per l’insediamento di piante endemiche e rare, tra cui il tiglio nostrano che riveste eccezionale interesse dal punto di vista naturalistico e scientifico.
Ma la vera emergenza paesaggistica sono i giacimenti minerari, motivazione primaria dell’istituzione della riserva naturale: si pensi che solo nel territorio compreso tra Alì ed Antillo sono presenti circa 160 miniere. ‘
Erano attivi giacimenti di scheelite che fornivano il tungstato di calcio (CaWO4), materia prima nell’industria per la produzione dei filamenti delle lampadine.
La caratteristica composizione rocciosa e mineraria dei Peloritani, Monti Metalliferi, rivela origini geologiche totalmente diverse da quelle delle altre montagne siciliane.
Questi monti, tra i più antichi della nostra isola, rappresentano la logica prosecuzione dell’Appennino calabro con cui sono in continuità morfologica e geografica, e da cui sono separati dallo Stretto di Messina. Sollevatisi durante l’epoca mesozoica e cenozoica (ere secondaria e terziaria, a partire da 225 milioni di anni fa), i Peloritani subirono numerosi mutamenti: la natura cristallina delle loro rocce è stata spaccata, frantumata, alterata al punto di essere stata trasformata in materiale sabbioso e poco coerente, detritico, che viene facilmente dilavato dai corsi d’acqua e trasportato giù dalle fiumare che, se non ostacolate nel loro percorso, tendono a trascinarne quantità ingenti, con grande accumulo di detriti a valle.
Tra questi boschi vive una fauna tipicamente silvana: fra i predatori troviamo gatti selvatici, volpi, martore e donnole e fra le prede, conigli selvatici, micromammiferi arboricoli come il quercino e il ghiro. Presenti anche animali del sottobosco come il topo selvatico, il riccio, l’arvicola di Savi e il toporagno di Sicilia. Sui Peloritani passa la colonna migratoria di uccelli in transito sullo Stretto: da qui si avvistano i falchi pecchiaioli, un tempo oggetto di barbare stragi. Tra i moltissimi rapaci nidificanti ricordiamo il velocissimo falco pellegrino, la poiana, molto diffusa in Sicilia, lo sparviere, i vari nibbi, e il gheppio.
Nei versanti più asciutti e aperti, l’istrice trova il suo ambiente congeniale. Valloni e fiumare ospitano una fauna variegata: le lucertole (la più comune campestre e la siciliana), i ramarri dalla smagliante livrea smeraldina, i gongili (simili alle lucertole, ma con corte zampette), gli emidattili e i gechi dal corpo tozzo e dalla pelle verrucosa.
Tra i serpenti, si possono incontrare il nerissimo biacco, il saettone, la biscia d’acqua e la vipera (l’unica ad essere velenosa). Una menzione a parte va fatta per l’aquila reale, che qui nidifica, e per la rara coturnice di Sicilia, specie minacciata, citata nel decreto istitutivo come una delle principali motivazioni per la realizzazione della riserva.
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Superficie e territorio
4609,45 Ha di cui 3543,45 in zona A e 1066 in zona B
Fiumedinisi e Monte Scuderi – Storia
Fra Nizza e San Piero Niceto e Fiumedinisi, lungo Monte Scuderi, prosecuzione ideale degli Appennini calabri, questa riserva è stata istituita per la presenza di elementi geomorfologici di rilievo ed aspetti vegetazionali rari. Sul piano degli aspetti geomorfologici, una delle caratteristiche più interessanti è la stratificazione, nel sottosuolo, di metalli pesanti. Questa parte del messinese conta circa 15 miniere dei più vari metalli: rame, zinco, argento, antimonio, ferro, piombo. Fauna: gatti selvatici, volpi, martore, donnole, conigli selvatici, micromammiferi arboricoli come il quercino e il ghiro, il topo selvatico, il riccio, l’arvicola di Savi e il toporagno di Sicilia., i falchi pecchiaioli, falco pellegrino, la poiana, lo sparviere, nibbi, il gheppio, l’istrice, le lucertole, i ramarri, i gongili, gli emidattili. Tra i serpenti, si possono incontrare il nerissimo biacco, il saettone, la biscia d’acqua e la vipera. Una menzione a parte va fatta per l’aquila reale, che qui nidifica, e per la rara Coturnice di Sicilia, specie minacciata, citata nel decreto istitutivo come una delle principali motivazioni per la realizzazione della riserva.